22/05/2020
E l’Amministrazione mira a chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi
Oggi vi abbiamo fornito un semplice assaggio (incendi, abusivi, vandali, ladri… e vi abbiamo risparmiato siringhe ed altre nefandezze, anch’esse tutte di giornata) di quanto accade a villa Pamphilj ogni giorno, ma lo abbiamo fatto soprattutto per arrivare a queste ultime foto.
Ritraggono due appartenenti alla Sovrintendenza Capitolina, funzionari dei SIMU/Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana, tecnici di un’azienda di impiantistica e appartenenti alle Forze dell’ordine, tra cui il Comandante del XII Gruppo Polizia Roma Capitale. Una voce circolata ieri sosteneva che sarebbero stati presenti anche i vertici del Campidoglio e incaricati della Sicurezza con specializzazioni in campo informatico applicato ai sistemi di sicurezza ma… no, il sopralluogo per capire se, come, dove posizionare alcune telecamere a tutela dei Beni storico-culturali di villa Pamphilj, si è infine limitata alle persone di cui sopra.
Persone che finora, a dispetto del proprio ruolo, non hanno fatto nulla di concreto, facendo subire a noi cittadini ed alla stessa villa un’interminabile serie di oltraggi (basta ragionare sui più recenti vandalismi e sul loro presunto autore, rimpatriato senza far luce su una corposa serie di incongruenze nel suo arresto).
Oltraggi che questa associazione documenta puntualmente da anni in ogni dettaglio, ivi inclusi, per rimanere a tema, i trentacinquemila euro pagati per telecamere già presenti ma che non funzionano (area Villa Vecchia-Casale dei Cedrati-Serre Ottocentesche e Casale di Giovio) o come quelle di cui era dotato ogni manufatto restaurato con i miliardi di lire del Giubileo che non hanno mai funzionato e sono finite già allora preda dei ladri nel giro di pochi mesi… e quelle del Casino del Bel Respiro che, pare, non scansionino altro che il perimetro della Presidenza del Consiglio (altrimenti i vandali sarebbero stati fermati già due mesi or sono).
Oggi dunque, un giro tra rovine e scene del crimine immaginando di mettere una telecamera qui, una là, una in cima al palo della luce (magari uno un po’ più alto) con un cono di ripresa… no, aspetta, fammi capire un attimo come facciamo ad alimentarle e quanto ci si mette dalla sala operativa del Campidoglio (i monitor di altre sono addirittura fuori regione) a lanciare l’allarme, far giungere gli agenti…
Bellissimo (ovviamente costoso) ormai in ritardissimo ma… scusate, se neanche quando vi portiamo denunce, esposti, nomi, foto, documenti, mappe, preservativi, siringhe, targhe, eternit, batterie esauste, fedine penali, documenti del Cerved, patenti con nomi diversi da quelli con cui qualcuno vi si presenta, video di fogne che esplodono, ricostruzioni dettagliate di abusi e di concessioni… insomma quando vi portiamo tutto questo ed altro ancora non avete mai fatto nulla, possiamo sapere cosa risolveranno ‘ste tre telecamere?
Cos’è, non lo avete ancora capito che il problema della Sicurezza è legato innanzitutto al fondoschiena incollato alla sedia di un’auto, di un ufficio, di un posto in Municipio o in Campidoglio o in uno dei Dipartimenti di competenza?
Quello che noi fortunatamente non manteniamo e che porta continuativamente per la villa le nostre “telecamere”, quelle che arrivano ovunque, che si muovono, che ricostruiscono e documentano se non tutto, quasi tutto.
Non è serio quanto state facendo… e rappresenta l’ennesimo fumo di un’azione che manca dei suoi elementi fondamentali: un Piano articolato, l’individuazione di un’Autority, di una programmazione di interventi su più esercizi, di una pianificazioni delle risorse, di una visione del futuro.
E della conoscenza di ogni centimetro quadrato di un territorio che nessuna telecamera potrà mai coprire efficacemente!
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